lunedì 19 gennaio 2015

ULISSE COMICO

Da Joyce & Company, una lezione per il nuovo millennio.



James Joyce nel 1915

Non è affatto sbagliato dire che il capolavoro di Joyce sia un’opera comica. Per me, anzi, è tanto intriso d’ironia da essere soprattutto quello.


Personaggi comici sono anche Ullrich (il protagonista dell’Uomo senza qualità; altro romanzo che tutti citano e nessuno ha letto), Zeno, tanti di quelli messi in scena da Pirandello e molti, a cominciare proprio dal celebre Gregorio Samsa, di quelli presenti nelle pagine di Kafka. La grande letteratura europea del XX secolo, insomma, indaga la condizione umana, ma, nello stesso tempo, magari amaramente, ne sorride. Questa ironia è il punto di arrivo di una tradizione che comincia con quell'opera già pienamente moderna che è il  Chisciotte (ma prima ancora col Lazarillo e, certo, che si può far risalire a Boccaccio e Chaucer, per non nominare Papá Dante: “Ed elli avea del cul fatto trombetta”). Merita una riflessione che a voler farci sorridere siano uomini, scrittori, che stanno assistendo alla fine del proprio mondo; sulla Spagna di Cervantes, come sull’Europa degli anni a cavallo della Grande Guerra, il sole brillava ancora, ma già stava tramontando. L'ironia usata come vetro affumicato, dunque, per fissare quel che altrimenti farebbe male agli occhi? Credo proprio sia così. Meglio; che la combinazione di attenzione e distacco di cui necessita il chirurgo per operare, sia la stessa di cui ha bisogno uno scrittore (che voglia raccontare altro che una banale storiella) e che l’ironia sia uno strumento, forse l’unico, per ottenerla. L'ironia diventa dunque un mascherina sterile, come pure nello stesso  tempo un microscopio ed un bisturi, di cui credo sia impossibile fare a meno, se si ha intenzione di incidere il bubbone di questi nostri anni. E chi evita ogni ironia? Forse non farà ridere, ma spesso, quasi sempre, è ridicolo.

3 commenti:

  1. Tutto avrei detto su Samsa, fuorché comico, ma trovo illuminante il pensiero.

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  2. Si sveglia trasformato in scarafaggio e la sua unica preoccupazione è quella di non essere visto. Riesce a rigirarsi e prova un gran sollievo, come se non avesse altri problemi. Sì, pensaci, c'è proprio tanta ironia nella Metamorfosi.

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  3. Certo ma quello che più mi turbava è la sua malcelata voglia di essere uno scarafaggio più che cercare di uscirne

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