mercoledì 11 febbraio 2015

UNA LEZIONE DA "I MISERABILI"



Di Schüler, Strega rossa. Acrilico su tela di 100 X 80 cm. 1998. 


Temo che solo frequentando l’Accademia della Vita, si possa arrivare a comprendere I Miserabili: un capolavoro che può apparire gonfio di retorica, di esagerazioni, a chi ha avuto la fortuna di non dover mai affontare vere difficoltà. 

È invece un’opera densissima, in cui si possono trovare spunti di riflessione ad ogni pagina.  Commentando lo stato di servitù di una bimba di cinque anni (la figlia di Fantine), Hugo grossomodo scrive: “Le differenze sociali cominciano ad agire molto presto”. Io credo che non si possa sognare una società senza classi, queste non hanno solo a che vedere col reddito, ma che si debba cercare di crearne una dove le differenze sociali si evidenzino solo nell’età adulta. Una società che dia a tutti i giovani le  stesse possibilità, salvo poi  mettere gli adulti di fronte alle proprie responsabilità; che sia allo stesso tempo, se volete, social e liberal democratica. Credo anche che di temi del genere dovrebbe tornare ad interessarsi la politica; che dovrebbero essere, anzi, quelli più propriamente suoi. La crisi (quella lunga quanto la seconda repubblica; non solo quella finanziaria) l’ha invece ridotta ad inseguire le emergenze, o quelle che per tali sono presentate, oltre che a cinchiscare con riforme di dubbia utilità e ancor più dubbia costituzionalità. Sarebbe invece il momento, per tutti quanti noi, di guardare oltre la congiuntura; di pensare già a quale paese vorremmo essere, perché dalla crisi si uscirà, ma bisogna anche decidere  verso quale direzione andare. Da parte mia,  credo che la stragrande maggioranza degli italiani vorrebbe semplicemente un’Italia migliore. Non un utopico prolungamento mediterraneo della Scandinavia, intendo dire , ma se non altro un paese in cui il capolavoro di Victor Hugo smetta di essere una lettura di stretta attualità.
 



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