lunedì 2 febbraio 2015

MILLE MONDI PER UNA SOLA UMANITA'

Sul Lebenswelt hussleriano


Di Schüler, Toccata e fuga in Re minore. Acrilico su tela preparata al computer, 2009.

Edmund Gustav Albrecht Husserl, matematico e filosofo, padre delle Fenomenologia, allievo di Brentano e sua volta maestro di Martin Heidegger, era un austriaco naturalizzato tedesco. Era anche un ebreo, però, e per questo  era appena stato cacciato dall’Università di Friburgo 

(la sua cattedra era stata assegnata proprio ad Heidegger,  tutt’altro che critico verso il nazismo) quando, nel 1936, completò La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale. Un’opera che non  mi sogno certo di riassumere in poche righe. Vorrei piuttosto provare a riflettere su uno dei concetti che ne stanno al cuore: quello di Lebenswelt o mondo della vita. Non riesco neppure a darne una definizione semplice ed univoca. Il mondo così come si presenta, già usata da molti,  potrebbe esserne una buona approssimazione, a patto che si tenga  conto di come la nostra condizione socio-culturale e il momento storico in cui viviamo alterino questa presentazione. Una presentazione che ha però alla base una realtà elementare, intuitiva, pre-teoretica e pre-interpretativa: proprio quella di questo porco mondo che abbiamo sotto i piedi. Dalla nostra esperienza del Lebenswelt, detto altrimenti, traiamo miti e edifichiamo scienze che, in un processo in continuo divenire, a loro volta vanno a modificare lo stesso Lebenswelt e la percezione che ne abbiamo. Non un mondo, dunque, ma mille. Tanti quanti siamo, anzi; tanti quanti siamo stati e saremo. Ma anche un mondo solo, quello direttamente accessibile ai nostri sensi. Dove fa freddo e fa caldo, si ha fame e si ha sete. Un mondo che sperimentiamo tutti allo stesso modo, tanto che quando due uomini si incontrano,  per quanto possano essere diverse le loro lingue e distanti le loto civiltà, trovano sempre un modo di comunicare. Perché vivono sullo stesso medesimo pianeta, appunto. Perché sono due frammenti della stessa umanità.

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