Di Schuler, Sulla Provinciale, 2002. Acrilico su tela di 50 x 40 cm. |
Mi chiamo Fraccamanzi. Fraccamanzi Benito. No, niente politica: solo che anche mio nonno si chiamava così. Benito. E anche Fraccamanzi. Eh? Sì, un nome di famiglia. Come certe malattie. Proprio. Mio figlio, però, l’ho chiamato Gregory. E mia figlia Chantal. Chantal piaceva a me; Gregory è stata mia moglie.
Diceva
che c’era non so che personaggio di non so che telefilm. Robe che vede lei.
Però, poi, ho scoperto che ha uno zio che si chiama Gregorio. Indifferente. Ah,
sì, l’incidente. Una tragedia, guardi; proprio una tragedia. Lo vede quello?
Sì, è il mio camion. Mio si fa per dire, che devo ancora lavorare due anni per
finire di pagarlo. Sempre che ci sia il lavoro. Eh, sono tempi duri. Anzi,
proprio di merda. Scusi, ma … ma è così.
Qui cala tutto. Anche i soldi che ti danno. Siamo in tanti; con ‘sta crisi di
roba da portare in giro ce n’è sempre meno … . Aumenta solo il gasolio. Un bel
bestione? Grazie. A pieno carico sono quaranta tonnellate. Si, le fiamme le ho
fatte dipingere adesso. Un mio amico, sta cominciando. Bravo, eh? Sì, è
successo di mattina presto. Io ero appena partito; stavo andando a prendere
l’autostrada. Lei mi hanno detto poi che insegnava. Mi sa che stava andando a
scuola. Eh, il destino. No, dico, perché insegnava matematica e a me in matematica
mi hanno rimandato tre volte. La terza ho piantato lì. Facevo ragioneria. Ero
lì che andavo bello tranquillo, rispettando i limiti e tutto. Mica per dire, ma
di sti tempi sono tutti scatenati. Pula e caramba, come sempre. Ma adesso anche
i vigili. Sì, sono in giro anche loro a far multe a raffica. Solo per tirar su
soldi, che i comuni sono in bolletta. Insomma, c’è sto rettilineo, da Magrate a
Tozzano. Ha presente? E successo lì. Nebbia? Poca, quasi niente. No, ci si
vedeva benissimo. Solo che lei dormiva o va a sapere cosa. Qualcuno ha detto che forse si era sentita
male. Fatto sta che non si è fermata
allo stop. Sì, neanche rallentato. Mi sono trovato sta Due Cavalli rossa e non
ho potuto farci niente. I freni? Neanche avuto il tempo di toccarli. Eh, andavo
piano, ma … . Certo, ero carico. Rotoli di lamiera; per fortuna che li avevano
ancorati bene e non si sono mossi, se no
… . Eh, potevamo anche essere mica qui a parlare, io e lei. Praticamente
ci sono passato sopra. Alla Due Cavalli, dico. Appena sono sceso, ho capito
subito che non c’era niente da fare. Avevo il radiatore sventrato. E la
calandra, ovvio. Non potevo mica continuare. Beh, per i danni c’è l’assicurazione.
A proposito: ma lo sa quanto costa il radiatore di uno Stralis? Ecco: allora
meglio che non glie lo dico. Sì, però, le giornate perse non me le paga
nessuno, a me. E ho anche rischiato di perdere il cliente. A quelli lì, glie ne
frega niente di sapere cosa è successo: vogliono che gli consegni la roba e
basta. E in tempo. La tipa? Morta sul
colpo di sicuro, anche se ci han messo due ore a tirarla fuori dalla lamiere.
No, sono mica stato lì a guardare, che a me il sangue mi impressiona, ma mi han
detto che era tutta schiacciata. Spiattellata, proprio. Per il resto, so niente; solo che era del ’54. E’ che a me i dettagli personali mica mi
interessano. Faccio già fatica a farmi i caz…
gli affari miei, volevo dire. Se mi dispiace? Ma lo sa in che razza di casino sono finito? Certo che
mi dispiace. Ah, se mi dispiace per lei? Beh ... sì … anche. E anche per la due
Due Cavalli. Ormai già ce ne sono in giro tanto poche. E anche se non so
neanche bene perché, a me hanno sempre
fatto simpatia. Tenerezza, proprio. Dico, le Due Cavalli.
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