A mio
figlio
che sta
per conoscere l’estate.
Nel
frangersi fragoroso degli anni,
restano
dolci quelle lontane estati,
quando il
futuro aveva vent’anni
e l’amore
vestiva di cotoni leggeri.
Corron
gambe snelle color del pane,
tra
ricordi d’indaco odor di lavanda;
sulle
labbra il fuoco di labbra di croco
e le
ardite parole del cuore che s’apre.
Gli occhi
nello specchio ai miei occhi
chiedono
di quell’intatta innocenza
e di
quell’eroico ignorante coraggio.
Mi
sorride la bocca un’assoluzione:
aver
macinato vita e non mancarsi
posson i
molti vili e solo pochi santi.Olmo dormiente
Olio su tavola. Cm 50 x 50
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