No,
non sto parlando del romanzo pure tanto amo. Vi sono testi, veri e propri antidoti alla barbarie, che andrebbero letti, meditati, e
soprattutto fatti leggere ai giovani; fatti studiare nelle scuole
(certo con grave danno al compimento del sacro e gentiliano programma
ministeriale) anche se il loro autore non scriveva nella nostra
lingua. Tra questi, un posto d'onore andrebbe riservato alla poesia
da cui Hemingway prese quel titolo; la XVII Meditazione delle
Devozioni di John Donne.
Quasi tutti ne conoscono anche il primo verso, magari senza
sapere da dove provenga: Nessun uomo è un'isola. Ognuno è parte di un continente chiamato umanità, argomenta
poi questo contemporaneo di Shakesperare; un continente che diventa
più piccolo ogni volta che il mare ne erode una zolla, non importa
quanto minuscola. Quando qualcuno muore, se ne va con lui un pezzo di
umanità. Quando suona, proprio per questo, la campana suona anche
per noi. Suona per noi anche quando quel pezzo di umanità affoga
nell'affondamento del barcone con cui cercava di raggiungere le
nostre coste. Suona per noi 30.000 volte al giorno (sì, trenta mila
ogni giorno) quando, lontano dai nostri occhi, discretamente per non
turbare le nostre coscienze, la fame si porta via un bambino.
assolutamente condivisibile
RispondiElimina