Borges, per tornare ad occuparmi di
uno dei pochi scrittori del secolo ormai passato (e che resterà comunque il
mio) che ritengo meriti d’essere considerato canonico, riesce, grazie ad una scrittura
straordinariamente precisa ed elegante, nel più bello spagnolo che io conosca,
a costruire interi universi.
Apre le porte dell’infinito, in narrazioni
talvolta di poche pagine, intrise della sua straordinaria erudizione, in cui
mescola idee filosofiche e metafisiche a geniali modulazioni del rapporto tra
realtà e sogno; tra rappresentazione e invenzione. Come per Bach (pensavo
proprio a quest’ultimo quando ho scritto modulazioni) la sua arte è un gioco di
trasposizioni e riflessioni portato, senza sforzo apparente, fino al suo più
estremo limite. Qualcuno ha detto che nelle opere di Webern, per tornare al
secolo scorso, la musica occidentale arriva al sublime dialogando con se
stessa. Lo stesso si può dire della letteratura, in quei racconti di Borges che
hanno per protagonisti biblioteche infinite, libri fantastici ed autori
immaginari. Borgesiana non è solo l’intima mescolanza di realtà e finzione; è
la letteratura che, in un’estensione del cogito cartesiano, si occupa
dell’unica cosa che può davvero arrivare a conoscere. Che arriva, proprio per
questo, a dimostrare la propria esistenza.
Sotto, trovate i collegamenti a due video di Youtube.
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