Per spiegare cosa intendiamo con una
parola dobbiamo usarne altre che pure richiedono d'essere spiegate usandone altre
ancora. Queste a loro volta ... .
Capito questo, affacciatici su questo
abisso ermeneutico, ci troviamo davanti ad una struttura meravigliosa e ad
un'eterna questione. Ogni parola ci apparirà collegata a tutte le altre, in una
relazione già intuita dai cabalisti.
Contiene dunque l'intero universo? Sì,
decisamente sì. E' vero che i nomi non
esauriscono il nominabile, e che questo si espande al ritmo delle nostre
scoperte, ma è pure vero che possiamo sempre inventare nuovi nomi, il cui
significato possiamo spiegare usando quelli che già conosciamo. La realtà ci
apparirà così come un testo da interpretare e vivere non sarà altro che ampliare
il proprio dizionario. Un concetto rivoluzionario? No, lo aveva già capito
l'estensore della Genesi.
Non ci sono quindi limiti a quel che
possiamo dire? Ancora una volta, no. Partendo dal poco che sappiamo, possiamo arrivare
nominare l’intero creato; il teorema di Goedel non si applica ai linguaggi
naturali.
E l'innominabile? Beh, quello non è
creato; per chi ci crede, è il Creatore.
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