venerdì 21 novembre 2014

GOBBA A PONENTE, LUNA CRESCENTE



G
obba a ponente, luna crescente; gobba a levante, luna calante”. Non ricordo chi mi abbia insegnato questa filastrocca; forse le suore nell’unico anno (tragico perché non sopportavo l’obbligatorio riposino postprandiale; prima imposizione del sistema che mi trovassi ad affrontare) in cui fui spedito all’asilo.

Di un altro modo per riconoscere la fase della luna, mi ha detto Kim, anzi ul Kim, per osare il determinativo d’obbligo quando si parla di catalani. Personaggio da leggenda, ul Kim. E’ diventato ricco, per la prima volta, grazie alla televisione. No, non fondando una rete, ma trovando un sistema per illuminare le arene che, non infastidendo  tori e toreri, aveva reso possibile, nel 1960 e qualche, la trasmissione delle corride. Nei convulsi anni della fine del franchismo,aveva poi perso quasi tutto con degli affari andati male, ma, quando ho avuto la fortuna di conoscerlo, era tornato padrone di una consistente fortuna che si era guadagnato, questa volta, mettendo a punto dei sistemi innovativi per  la realizzazione degli scafi in vetroresina delle barche a vela. Un uomo dallo straordinario talento di tecnico, insomma. Soprattutto un marinaio che,  nel corso della sua già non breve vita (non credo abbia meno di settantacinque anni), ha sempre navigato ai massimi livelli; ha partecipato ad un paio di olimpiadi, che io sappia, attraversato ogni oceano e solcato ogni mare e ogni lago. Mi ha stupefatto, la prima volta che sono uscito in barca con lui, raccontandomi della Breva e del Tivano, i venti prevalenti del Lario, di cui io conosco solo il nome, pur essendo nato e cresciuto a pochi chilometri (di una strada provinciale perennemente intasata, a dire il vero) dalle sue acque.
Stavamo rientrando in un porto della costa barcellonese ed eravamo soli, io e lui, nel pozzetto. Il mare era calmo, avevamo il vento proprio in poppa (al giardinetto, come dicono i marinai) e filavamo veloci con le vele a farfalla. Timonava lui. Della luna ho iniziato a parlare io, vedendone lo spicchio che era sorto sul mare, e devo aver detto dei problemi che ho sempre avuto a capire se stesse crescendo o calando.
“Semplicissimo” mi ha spiegato ul Kim, tra un leggerissimo colpo di timone e l’altro, “quando la vedi a forma di C, ti  dice cresco; quando la vedi a forma di D, decresco”.
Lo spicchio aveva la forma di una D. “Allora” ho voluto subito dimostrare d’aver capito “adesso cala”.
“No, cresce”, mi ha corretto lui: “Devi tener presente che la luna è donna e che le donne fanno sempre il contrario di quel che dicono”.


Conclusa quella battuta preparata con tanta cura, sul suo viso lungo, magro e abbronzatissimo, un sorriso di complicità virile si è acceso luminoso. Tanto splendente che ho preferito tacergli che la luna in tedesco è der Mond; grammaticalmente, un affidabile maschile.




Nessun commento:

Posta un commento